La Terrazza Gualtiero Marchesi: i classici del Maestro della cucina italiana al Grand Hotel Tremezzo
Soggiornare al Grand Hotel Tremezzo è come fare un tuffo nel passato, a bordo di un elegante transatlantico che da oltre 100 anni solca i mari dell’ospitalità, raccogliendo consensi da una clientela cosmopolita.
Gli arredi, il livello di servizio, gli ambienti e l’offerta gastronomica, sono oggi curati della famiglia De Santis, che pare aver trovato la giusta velocità di crociera nel viaggio tra passato e presente in questo monumento liberty
La data di varo della struttura risale infatti al 1910, primo edificio in stile Liberty che già dalla nascita è stato concepito come un hotel vista lago.
La ricerca di novità, che una clientela internazionale richiede costantemente, l’ha portato negli anni ad ampliarsi ma sempre nel rispetto della propria identità; basti pensare all’acquisizione di Villa Emilia, sita proprio accanto. Elegante edificio del ‘700 trasformato in comoda e accogliente SPA, conservando mosaici e ambienti d’epoca.
L’habitat naturale, rigoglioso, della vegetazione del Lago di Como è entrato a far parte degli ‘arredi esterni’, grazie a un parco di 20.000 mq che culmina con un belvedere dalla vista mozzafiato.
Qui la mondanità è di casa in un ambiente familiare; uno staff sempre attento e vulcanico di idee anima la stagione con eventi particolari. Valentina De Santis, amministratore delegato ed esponente della terza generazione della famiglia, dall’anno del centenario dell’hotel ha ad esempio istituito uno degli eventi mondani di punta, la festa di compleanno della struttura che ogni anno d’estate fa parlare di sè.
La stagione 2019 riserva importanti novità sul versante della cucina, nella doppia accezione di luogo fisico e proposta gastronomica.
Ampliati e rinnovati gli spazi: piastre a induzione, un notevole pass in marmo rosso di Francia che cattura l’attenzione, oltre alla presenza del marmo di Carrara ma anche ceramiche alle pareti, e utilizzo di materiali come il rame e il seminato veneziano. Una rinnovata estetica funzionale, tutte le stufe illuminate da una fila di led.
Non manca in aiuto dell’uomo un dispiego di macchine dalla moderna tecnologia: sfogliatrici, forni, planetarie, abbattitori, impastatrici tuffanti per il pane e tutto il necessario per realizzare il gelato e servirlo da caratteristici pozzeti ai clienti in visita alle cucine.
I cuochi in brigata sono 25, capeggiati dallo chef Osvaldo Presazzi.
In forza al Tremezzo da trent’anni, Presazzi possiede un curriculum gastronomico con referenze internazionali (Crillon, Ritz), dal 2011 ha avuto come mentore Gualtiero Marchesi che qui al Tremezzo non solo era di casa, ma aveva iniziato a inserire alcuni dei suoi piatti nella carta di uno dei ristoranti dell’hotel.
Quest’anno al ristorante gourmet del Grand Hotel Tremezzo, La Terrazza, diventa più stretta la collaborazione con la fondazione Marchesi
A partire dal cambio del nome che diventa La Terrazza Gualtiero Marchesi.
Entrando più nella sostanza dei piatti si completa l’operazione voluta dal Maestro della cucina italiana scomparso nel 2017, e in carta è possibile ora assaggiare tutta la proposta gastronomica di Marchesi: da riso oro e zafferano, con l’immancabile cornice del piatto nero, al raviolo aperto, dal dripping di pesce al rosso e nero, fino all’opulento filetto alla Rossini.
La Terrazza Gualtiero Marchesi diventa ad oggi l’unico ristorante al mondo a portare il nome del Maestro della nuova cucina italiana.
Aperto tutte le sere fino al 10 novembre, riapre poi a marzo seguendo l’apertura stagionale dell’hotel.
L’alta cucina italiana rivive in un Grand Hotel e luogo migliore forse non si poteva immaginare; inclusa quella vista del Lago, un naturale lusso gratuito, che conquistava anche il Maestro.
Se da una parte è una famiglia a gestire l’hotel, dall’altra anche la nuova anima gastronomica della Terrazza rimane in mano alla famiglia di Marchesi: la supervisione del ristorante è affidata infatti a Enrico Dandolo, genero del Maestro e CEO del Gruppo Gualtiero Marchesi.
I piatti di Marchesi sono divenuti dei classici e in quanto tali senza tempo.
Marchesi stesso non ha mai inseguito nessuna moda passeggera, ricorda il genero Enrico Dandolo.
Un artista più che un imprenditore, chiamava opere i suoi piatti. E quando già si era imposta la moda della fotografia del cibo, sottolineava che una bella foto in realtà è l’immagine di un piatto già di per sé bello.
Marchesi ha fatto scuola attraverso l’esempio, e oggi al Grand Hotel Tremezzo spetta a Osvaldo Presazzi l’onere e l’onore di raccoglierne il testimone in cucina.
- June 16, 2019
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