Assaggi web: sempre più cibo, gli articoli degli altri in rete
Gli Assaggi di questa settimana: Jessica Préalpato e la sua desseralité al vertice della 50 Best; Pambianco e la classifica dei fatturati dei ristoranti stellati; il metodo nobile per certificare qualità e sapore delle materie prime; gli atteggiamenti dei clienti che irritano il personale di sala; la dispensa del critico gastronomico secondo Leonardo Romanelli. Buona lettura!
1 ) Jessica Préalpato è stata nominata miglior pasticciera al mondo dalla classifica The World’s 50 Best Restaurants.
Il primo articolo, in francese, ci racconta le reazioni social delle persone a lei più vicine: il marito, Alain Ducasse, lo chef del Plaza Athénée, i vertici del gruppo Dorchester (che l’anno scorso con Cedric Grolet a Le Muerice avevano conquistato lo stesso premio) oltre ai vertici al femminile della 50Best restaurants. L’articolo successivo è un breve profilo che introduce alla pasticceria unica e personale della Préalpato, la desseralité.
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2 ) Scopriamoil lato economico/finanziario delle cucine premiate dalla Michelin: 367 ristoranti stellati in Italia, fatturato totale di 293 mln di euro. Ma chi sono i dieci cuochi più ricchi d’Italia? La risposta in questo video realizzato sulla base dell’analisi condotta da Pambianco.
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3 ) Mangiare è un atto agricolo o un atto industriale? Da consumatori possiamo porre in atto scelte consapevoli? O siamo tutti inevitabilmente diretti verso l’omologazione di chi ha già deciso per noi? Partendo da sapore e qualità un altro modello di produzione è possibile: l’obiettivo è quello di offrire al consumatore un prodotto il cui livello qualitativo sia certo e certificato. Un metodo nobile da applicare a tutte le materie prime, regolarmentato e che consenta di creare consorzi di produttori che adottano precisi disciplinari.
Utopia? Forse no.
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4 ) Tripadvisor alla rovescia, i clienti visti dai ristoranti. In particolare dal personale di sala, la vera trincea che si relaziona col cliente dall’inizio alla fine del pasto. Una serie di interviste e di casistiche che irritano il personale di sala, avventori avventati prendete nota.
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5 ) Cosa c’è, o meglio cosa non c’è, nella dispensa di un critico enogastronomico? Apparentemente vuota, ma con il minimo indispensabile per imbastire una cena in casa, anche se nel caso del critico l’evento è abbastanza raro, sia che si tratti del critico gastronomico del New York Times, sia che si tratti di Leonardo Romanelli.
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- June 15, 2019
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