Dani By

In bianco tra Oltrepò e Langhe


I fertili terreni alluvionali che si estendono a Sud del Po conservano i caratteri di un paesaggio agricolo antico: pianure e colline si alternano a regalare ambienti incantevoli, dove incontrare boschi e risaie, cittadine e castelli, prati e stalle, filari di alberi da frutto e soprattutto di viti.

La vite e il vino sono la cifra della bellezza e della bontà di questi luoghi.
Le tecniche più moderne si affiancano a un sapere secolare e consentono di offrire una varietà di prodotti di alta qualità che abbracciano le sfumature di gusto, aroma e colore più disparate. Dai grandi rossi ai rosati fino ai bianchi: questi ultimi possono ammantarsi della leggerezza festosa delle bollicine oppure presentarsi in tutte le personalità dei bianchi fermi, dai più morbidi ai più secchi.

Un itinerario tra colli e borghi, alla scoperta delle bellezze architettoniche e naturalistiche può seguire un filo bianco di profumi che si sprigionano dal bicchiere, ad accompagnare una gastronomia ricca e sorprendente.
Sangue di giuda

 

Vigna del Castello
Oltrepò Pavese DOC di Pinot Nero
Vigna del Castello è un Oltrepò Pavese DOC di Pinot Nero 100% che, non solo è il vitigno principe del territorio, ma è anche il vitigno d’elezione di Ottavia Vistarino, volto della storica azienda vitivinicola Conte Vistarino.
È un vino giovane e leggero che nasce nel vigneto di 4 ettari intorno all’antica fortezza di Rocca dè Giorgi a circa 350 metri slm. Al naso è fruttato, floreale, fresco con caratteri minerali esaltati dalla delicata fermentazione naturale. Le uve sono state vinificata in acciaio per mantenere la naturale fragranza del Pinot Nero esaltata ulteriormente dalla delicata fermentazione in autoclave.
www.contevistarino.it

 

 

ceretto

Ceretto Vini
Langhe D.O.C. Arneis
Blangè
Denominazione: LANGHE D.O.C. ARNEIS
Comune: Vezza d’Alba, Castagnito, Castellinaldo e Alba
Varietà: 100% Arneis
Ettari: 75,00 ha
Primo anno di produzione: 1985
Formati: bottiglie e magnum
Blangè è il lato bianco dei vini piemontesi; un prodotto che ha segnato un’epoca, rivoluzionando l’enologia langarola dedita fino ad allora alla valorizzazione esclusiva delle varietà a bacca rossa. Figlio di un territorio fortemente caratterizzante, quello del Roero, e di una volontà produttiva tesa a rafforzare la riconoscibilità della varietà, oltre la piacevolezza, il Blangè coniuga all’approccio sostenibile in vigna la modernità d’esecuzione. Frutto e mineralità, fragranza e calibrata freschezza, coesistono in un bianco che ha fatto della godibilità e della trasversalità il suo marchio di fabbrica.
www.ceretto.com

 


moscatoOddero

La Morra – Cuneo
Moscato d’Asti DOCG
Cascina Fiori
Tipologia: Vino bianco dolce
Sistema di allevamento: Guyot a controspalliera
Vitigno: Moscato Bianco 100% vitigno storico già apprezzato dai Romani i grappoli hanno bellissimi acini color ambra a maturazione
Epoca di raccolta: Prima decade di settembre. I vigneti si trovano abbastanza in quota per cui la raccolta non è mai precocissima. I 400 mt. slm garantiscono una grande aromaticità naturale delle uve e l’impegno è di preservarla durante tutta la fase di maturazione in vigneto, calibrando il numero di foglie che ombreggiano i grappoli nella fase iniziale di maturazione, anno per anno.
Vinificazione e affinamento: Raccolta manuale in cassette, diraspapigiatura, crio-macerazione per 12 ore, pressatura del mosto e illimpidimento statico a circa 8° C per 48 ore. Fermentazione in acciaio inox e arresto della fermentazione tramite l’uso del freddo. Imbottigliamenti in novembre e fine febbraio, più un terzo (facoltativo) ad aprile.
Caratteristiche organolettiche: Colore giallo di una bella intensità cromatica, profumo fragrante e aromatico con tenui sfumature fiorite, di salvia, mandarino e pesca bianca, dimensione gustativa fresca, sapore dolce ed aromatico. E’ un vino giovane, fresco, leggero e profumato, adatto per accompagnare i dolci della migliore tradizione italiana. Si presta benissimo anche per abbinamenti “più arditi” e con sapori più intensi: con certi formaggi non troppo stagionati, con salame e fichi, con le acciughe salate al verde e qualcuno osa anche con le ostriche.
Distribuito da: Meregalli Giuseppe
www.meregalli.com

 

 

derthona-fotola Colombera
Timorasso
Vitigno: Timorasso
Caratteristiche del vigneto: è un vigneto di proprietà della famiglia Semino, è stato piantato nel 1997 da Piercarlo ed Elisa. Sono in tutto quattro ettari di vigna, divisi in cinque vigne, piantate con densità di 5000 ceppi per ettaro, coltivato con sistema a guyot. Il terreno di coltura ideale per questo vitigno è argilloso, nella colline dove è stato piantato c’è un terreno denominato tortoniano. Questo vitigno, autoctono dei Colli Tortonesi, è stato riscoperto a inizio anni novamta, non era più coltivato perché non fornisce una grande quantità d’uva ed è difficile da seguire, sia in vigna soprattutto a tempo della maturazione, che poi in vinificazione. In vigna produce molta vegetazione che tende a formare una struttura a campana di strati fogliari che ripara il grappolo dalla luce, questo è un problema per la produzione di qualità. Oggi distendiamo la pianta il più possibile, dalla potatura invernale in poi c’è la massima cura a legare le viti portando i tralci leggermente verso l’alto in modo da dargli più spazio. Le foglie non si possono togliere fino a prima della vendemmia perché sono il nostro motore facendo fotosintesi, quindi distendendo la pianta risulta più esposta al sole e meno attorcigliata su se stessa, cosa che invece il timorasso tende a fare. Il grappolo è di forma spargola ed è molto delicato, molti di noi la chiamano “l’uva che rotola” perché se sottoposta a stress meccanici gli acini cadono. Gli acini sono anche molto buoni da mangiare, caratteristica non comune per tutte le uve da vino. L’uva quando matura, in epoca tardiva, tende ad essere subito attaccata dalla Botritis grigia, il clima non consente un attacco di muffe nobili e quindi si procede alla raccolta.
Vinificazione: La raccolta si esegue a mano nella terza decade di settembre. Il timorasso è un uva che può sicuramente dare vini per grandi emozioni, però bisogna diradarlo e vendemmiarlo SOLO quando è il momento giusto, a costo di andare più volte in vigna a raccogliere. All’arrivo in cantina, dopo il controllo qualità, si procede alla pressatura soffice, decantazione e successiva fermentazione sulle sue fecce nobili. Viene maturato in vasche d’acciaio per un anno circa sur lié, avendo cura di eseguire due battonage a settimana, in modo che il vino rimanga sempre torbido. A luglio viene imbottigliato. La commercializzazione avviane dopo un anno e tre mesi dalla vendemmia.
Caratteristiche del vino: La sua produzione era stata abbandonata, perché difficile da realizzare ma oggi possiamo permetterci di affrontarla di nuovo e fare un grandissimo prodotto. Dopo l’imbottigliamento per circa un paio d’anni si avvertiranno sentori secondari caratteristici di un vino fresco: odori fruttati ad esempio albicocca, leggermente gli agrumi, fiori quali acacia, biancospino. La sua caratteristica principale è il profumo di zucchero filato e di acacia ben definiti. In bocca è secco, presenta un quadro acido fresco, caldo e morbido per quando riguarda gli alcoli. La struttura robusta, equilibrata si completa con una buona persistenza. Con il tempo si lascia spazio ai profumi più complessi, cioè i sentori terziari che ricordano fortemente note minerali. Con l’affinamento in bottiglia di qualche anno le caratteristiche del timorasso diventano quasi incredibili e fonte inesauribile di grandi emozioni.
www.lacolomberavini.it

 

 

quaquariniClassese Spumante
Metodo Classico
Azienda Agricola Francesco Quaquarini
Caratteristiche organolettiche: Spumante ottenuto da una particolare selezione di Pinot Nero seguendo con sapiente cura i sistemi tradizionali.
Colore: paglierino scarico
Profumo: all’olfatto ha una piacevole fragranza fruttata
Sapore: dimostra un ottimo corpo ed un eccellente persistenza, evolve nel bicchiere man mano che si ossigena
Grado alcolico: 12,5 % VOL
Temperatura di servizio: 8°
Abbinamenti: aperitivo ideale, si abbina felicemente a tutto pasto. perfetto su crostacei e pesce crudo
Uvaggio: 100% Pinot Nero
www.quaquarinifrancesco.it

 

 

 

travaglinoTravaglino dal 1868 grandi vini
Vincenzo Comi
Metodo Classico Millesimato – BRUT
Pinot Nero e Chardonnay
Località del vigneto: Vigna del Portico – Calvignano
Tipologia di terreno e esposizione: Suolo bruno-calcareo, argilloso, su marne ed arenarie. Esposto a sud-est a 220m di altitudine
Vitigno: Pinot Nero e Chardonnay
Denominazione: DOCG
Forma d’allevamento e densità d’impianto: Cordone speronato con 4.800 ceppi ha
Raccolta uve: Tradizionale a mano dell’ultima decade di Agosto
Vinificazione: Rigorosamente in bianco con soffice pressatura e fermentazione del solo 50 % del mosto fiore, dopo rigorosa cernita delle migliori uve aziendali. Fermentazione in piccoli tank di acciao a temperatura controllata
Imbottigliamento: A tarda primavera i vini ottenuti dalle selezioni dei due vitigni verranno assemblati con mirata proporzione e la cuvèe ottenuta verrà imbottigliata per dare origine, dopo lenta fermentazione ed affinamento, a questo prestigioso metodo classico
Caratteristiche tecniche: Sovrapressione 5,5 bar ; zuccheri 7,0 mg/lt ; grado alcolico 12,5 °
Affinamento in bottiglia: La sboccatura verrà effettuata non prima di 60 mesi dal “tiraggio”
Descrizione: Il colore giallo paglierino, il caratteristico profumo ricco di gradevoli sentori di crosta di pane e frutta esotica ed il perlage fine e persistente
Abbinamento: Ideale per accompagnare tutto il pasto, si abbina bene sia a primi che a secondi raffinati
Servire: 6 – 8° C
www.travaglino.it

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Dani
Dani
About me

Daniela Guaiti, autrice instancabile di manuali di cucina, ha fatto della divulgazione gastronomica la sua missione nella vita. Ha scritto libri su quasi tutto quello che ha a che fare con il cibo: la cucina tradizionale italiana (18 volumi di Grande cucina Regionale) e quella etnica (Sushi, I sapori della cucina spagnola), la cucina d’autore (Le Carni, Sapori e profumi nella cucina di 12 grandi chef) e quella dietetica, senza dimenticare i prodotti tipici (1000 sapori da gustare nella vita), il vino (I grandi libri del vino) e la birra. Tantissimi libri, con diversi editori, da Gribaudo a Giunti, da De’ Vecchi a Rizzoli, ma anche giornali: prima La Cucina del Corriere della Sera, e adesso La Cucina Italiana. Perché oltre al cibo, nella sua testa c’è la scrittura. Si è laureata in Letteratura Greca alla Statale di Milano, ma subito ha capito che non ci sarebbe stata un’altra via possibile: tra la letteratura e le ricette ha sposato queste ultime, senza se e senza ma. Anzi, un ‘ma’ c’è: ma non prendiamoci troppo sul serio!

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