Fabio Zago By

Il personale di cucina


La cosa che più di ogni altra sbalordisce chi capita per la prima volta in una cucina di un ristorante o di un grande albergo nel momento del servizio è l’apparente confusione e frastuono.
E’ qualcosa di così diverso dal lavoro regolare di una fabbrica o di una officina, che a prima vista si ha l’impressione di una certa disorganizzazione.
Ma è un fatto inevitabile perché il lavoro di cucina procede quasi sempre a ondate.
Un albergo o un ristorante va avanti perché chi vi lavora è spesso sinceramente fiero di quello che fa, per quanto possa essere bestiale , stupido o faticoso il suo lavoro.
Se uno batte la fiacca gli altri se ne accorgono subito e lo osteggiano.
Cuochi, camerieri e personale di fatica sono molto diversi in quanto a mentalità, ma sono tutti uguali nel sentirsi orgogliosi della loro efficienza.
Senza dubbio la categoria più competente e meno servile è quella dei cuochi.
Non guadagnano quanto i camerieri ma il loro prestigio è maggiore ed è meno facile che perdano il posto.
Il cuoco non si considera un servitore ma un abile operaio; viene infatti chiamato ouvrier, il che non accade con i camerieri.
Egli conosce il suo potere, sa che dipende da lui la buona o la cattiva fama del ristorante, e che, se lui è in ritardo di cinque minuti, tutto va a rotoli.
Disprezza tutti quelli che non sono cuochi, ed è per lui un punto d’onore insultarli tutti.
Il cuoco trae motivo di autentico artistico orgoglio dal suo lavoro, che richiede grandissima abilità.
Il difficile non sta nel cucinare, ma nel fare tutto al momento giusto.
Dalla prima colazione del mattino, all’ultimo pasto della cena dell’hotel x, al capocuoco venivano ordinate centinaia di piatti, da servirsi in modi e momenti diversi; personalmente ne cucinava soltanto poche, ma dava istruzioni a tutti e li controllava prima che venissero serviti.
Aveva una meravigliosa memoria: i talloncini con le ordinazioni venivano puntate su un’asse di legno posta sul suo tavolo, ma raramente lo chef le guardava. Tutto era registrato nella sua testa e, infallibilmente, quando arrivava il momento preciso per ciascuna, gridava:
“ Faites marcher une cotolette de veau, o quello che era.
Era un prepotente insopportabile, ma era anche un artista……..

Gorge Orwell, Senza un soldo a Parigi e Londra, Mondatori. 1961

Grazie Mister Orwell.

Fabio Zago
Fabio Zago
About me

Fabio Zago, docente dell’Accademia Gualtiero Marchesi, è il consuente gastronomico di unaricettalgiorno. Presta la sua consulenza gastronomica per riviste di settore ed è consulente gastronomico per numerose aziende agroalimentari. E’ autore di testi scolastici adottati in diversi Istituti Alberghieri italiani e di numerosi libri di cucina per il grande pubblico: “Rapida Mente buoni”, “La cucina wok”, “Mousse paté e terrine”, “I sapori della cucina tex mex”, “I sapori della cucina araba”, “Cucina ok a basso prezzo”, “La buona cucina vegetariana”, “Il piatto in un bicchiere”. E’ autore e curatore di una collana di cucina dietetica: “La buona cucina in gravidanza”, “La buona cucina disintossicante”, “La buona cucina senza latte”, “La buona cucina con le fibre”. Già durante gli anni di formazione all’Istituto Alberghiero ha iniziato a viaggiare per il mondo alla scoperta di realtà gastronomiche e culturali diverse dalla sua. Gli Stati Uniti, Londra e Parigi sono state le tappe fondamentali della sua crescita e gli hanno lasciato un’impronta cosmopolita, ma al contempo hanno radicato in lui la convinzione che quella mediterranea è la miglior cucina possibile. E’ stato Direttore Didattico della Scuola de La Cucina Italiana per oltre 20 anni. Ha lavorato presso prestigiose realtà nel mondo, fra cui: Hotel Excelsior, Cras Montana (CH) Centro enogastronomico Altopalato, Milano Excelsior restaurant, Beverly Hills, California (USA) Café Royal restaurant, Londra (UK) Forte Hotel Village, S.ta Mangherita di Pula La Cucina Italiana web e carta Oltre ad aiutarci in cucina e a suggerirci ricette, firma i suoi spigolosi post sul blog

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