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“Mangiare e amare, cantare e digerire”, una serata ad alta quota nel nome di Rossini


Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di Champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo” a quale saggio gaudente appartiene questa frase? Al genio musicale di ‪Gioachino Rossini‬, naturalmente.
Con questa citazione si potrebbe già riassumere il senso di una serata di gala, con ben quattro chef da stella Michelin, organizzata in onore di Rossini e svoltasi a Courmayeur nell’ambito del 150° anniversario della morte del compositore.

Cime avvolte dall’oscurità serale e da basse nubi autunnali, FullSizeRender-07-11-18-13-12non per questo meno suggestive, lasciano intravedere monumenti naturali come il Monte Bianco. Un luogo di confine, Monte Bianco su un versante, Mont Blanc sull’altro, per l’omaggio a un compositore che ha infranto confini geografici e musicali. Un innovatore che ha composto una musica universale e versatile: melodie che ritornano da un’opera all’altra, nei noti autoimprestiti rossiniani, anche tra opere serie e buffe. Elementi stilistici personali riconoscibili, come i crescendo, l’uso del sillabato e le conclusioni degli atti con “folli” strette finali che elettrizzano le platee di tutto il mondo.

L’aspetto gastronomico di questo omaggio ad alta quota è stato tutt’altro che di contorno: la gastronomia può infatti essere già di per sè un modo per raccontare Rossini, come ha affermato il sindaco di Pesaro intervenuto alla serata, per entrare nel suo mondo, arrivare all’arte musicale passando dalle cucine della prima vera pop star della musica moderna.

Se la fama di Rossini gran gourmet e lieto gaudente quasi lo precede, non senza aneddoti romanzati poco corrispondenti al vero (Rossini ha anche sofferto di problemi fisici e di forme di depressione che ne hanno minato umore e appetito) c’è comunque un fondo sostanzioso di verità.

È stato di sicuro un grande amante dei buoni prodotti alimentari italiani: salumi, formaggi e leccornie varie, che si faceva regolarmente spedire a Parigi dall’Italia, grazie a produttori selezionati come ad esempio Bellantani di Modena.

Meno nota al grande pubblico è l’amicizia e la corrispondenza con Carême, il cuoco dei Rotschild. È FullSizeRender-07-11-18-13-12-4proprio in una lettera al grande chef, datata ‪1866, che il‬ compositore fornì la ricetta dei propri maccheroni: opulenti di tartufo, formaggio, prosciutto e infine gratinati. Una versione contemporanea e alleggerita, senza rinunciare al tartufo e a una pasta marchigiana, è stata proposta agli invitati alla serata da Roberto Cerea.

La ricetta più famosa al mondo che ha preso il nome dal comporitore è sicuramente il filetto alla Rossini, i cosiddetti tournedos, un piatto ricco di foie gras e tartufo. Senza omissioni ma evitando nel contempo una banale riproposizione, Moreno Cedroni ha presentato la sua capasanta alla Rossini: con il foie gras che fa gustativamente rima con Rossini ormai, a completare il piatto anche il carciofo e una salsa al prezzemolo.

Altri chef ancora, come Robert Vifian e Asgostino Buillas, hanno omaggiato con le proprie ricette sia Rossini che la propria terra di origine: Vifian con una faraona racchiusa in una crepe di grano FullSizeRender-07-11-18-13-12-3vietnamita. Buillas con un sushi valdostano, “sugli sci”, e a tutta mocetta, lardo, trota salmonata e altre delizie locali al posto degli elementi classici del sushi.

Tra abiti di scena in mostra, postazioni gourmet e arie d’opera al pianoforte, il menu è stato quello di una serata che, tra alta sartoria e alta cucina ad alta quota, ha fatto godere sguardo, orecchie e palato.

Un vero clima da salon parigino, come quello in cui il Maestro con la moglie Olympe Pèlissier ricevevano il ‪sabato sera‬. Abbinamento riuscito anche con le letture di testi rossiniani, eseguite da ‪David Riondino‬ la cui sottile ironia si è ben amalgamata allo stile di Rossini.

Momenti istituzionali con autorità politiche locali marchigiane e valdostane, alternati a video che hanno fatto scoprire la popolarità di Rossini ai giorni nostri, in spot e colonne sonore di film. Il Cigno di Pesaro si dimostra un esempio di genio musicale e al tempo stesso anche pop, ieri come oggi.

Una serataFullSizeRender-07-11-18-13-12-2 che costituisce solo uno dei numerosi appuntamenti tra Italia, Francia e resto del mondo promossi dal comitato Rossini 150, per celebrazioni già iniziate da mesi e che culmineranno ‪il 13 novembre‬, data della morte del Maestro.
Pesaro e Parigi le due principali sedi (la prima città natia, la seconda residenza per buona parte della vita del compositore) nelle quali sarà possibile assistere a concerti e conferenze, inaugurazioni di musei rossiniani e cerimonie tra Sorbona e istituti di cultura italiana. Il programma completo e dettagliato è consultabile al sito http://www.gioachinorossini.it/it/years/0.

 

Roberto
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About me

Impiegato a tempo indeterminato, ma aspirante "flâneur", almeno nei sogni; un ozio creativo nel quale dedicarsi completamente alla buona tavola, al cucinare, alle arti visive, alla lirica e alla lettura dell'opera omnia di Balzac. Restando coi piedi per terra coltivo queste attività come passioni personali, quando posso, nel tempo libero. Scrivo di cibo perché amare qualcosa e voler comunicare questo amore credo siano una cosa sola, da gourmand aspirante gourmet, sempre pronto ad imparare cose nuove.

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