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Il piatto di Capodanno


Il piatto di Capodanno per eccellenza: le lenticchie!

Passati i festeggiamenti del 25 e del 26 Dicembre si è già proiettata all’organizzazione del Cenone. Sia che decidiate di passare il Capodanno a casa, o in montagna, o al ristorante, un bel piatto di lenticchie fumante non mancherà certamente sulla vostra tavola. Ecco alcune curiosità su un piatto così noto ma poco conosciuto.

Le lenticchie sono un legume comune, consumato prevalentemente nel periodo invernale, in particolar modo durante il Cenone, per rispettare la tradizione che associa il consumo di questo alimento all’auspicio di portare soldi e ricchezza per il nuovo anno.

Il suo nome deriva dal latino lens per la sua forma rotonda e piatta. Appartiene alla famiglia delle Leguminose ed è coltivata lungo il bacino del Mediterraneo, perché necessita di un clima temperato. In Italia la coltivazione è diffusa soprattutto in altopiani dove il clima e il terreno contribuiscono notevolmente alla qualità del prodotto. Celebri le lenticchie di Castelluccio di Norcia (DOP), lenticchia dalla buccia di diversi colori ma molto morbida che si presta ad essere cucinata subito, senza ammollo o la lenticchia verde di Altamura, caratterizzata dalla sua elevata digeribilità ed infine quelle più pregiate delle isole di Ventotene ed Ustica.

La lenticchia è stata una delle prime colture domesticate e la sua origine è antichissima: coltivata già nel 7000 a.C. in Asia, si diffuse poi in tutto il Mediterraneo e divenne un piatto base nella dieta dei Greci e dei Romani. Il suo consumo è attestato anche nel libro della Bibbia (Genesi), quando Esaù vendette al fratello Giacobbe il diritto di primogenitura in cambio di un fumante piatto di lenticchie: “Ti darò di questa minestra, se tu mi cedi subito la tua primogenitura”

All’epoca dei Greci la lenticchia veniva usata anche in pasticceria, mescolata a miele e frutta secca; mentre Catone e Plinio, in epoca romana, la osannavano per le sue proprietà nutritive. L’usanza di mangiare lenticchie per Capodanno come augurio di prosperità e fortuna per il nuovo anno, nasce proprio dai romani che usavano regalare una scarsella, ovvero una borsa di cuoio, legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in tante monete.

Trattandosi di un alimento facilmente reperibile e poco costoso, nel Medioevo e in periodi di gravi carestie quando il cibo scarseggiava, questo piatto rappresentava un pasto completo fornendo proteine e vitamine e migliorando anche le condizioni di salute e la resistenza alle malattie.

Le caratteristiche nutritive di questo prezioso alimento non sono da sottovalutare: contengono infatti il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e 100 grammi di lenticchie equivalgono a 215 grammi di carne. E’ per questo che la maggior parte dei nutrizionisti consiglia il consumo di lenticchie, non solo per la loro elevata digeribilità ma soprattutto per l’assenza totale di grassi e di colesterolo; inoltre sono adatte anche all’alimentazione dei celiaci.

Per mantenere intatte le proprietà di questo legume si consiglia di mettere in ammollo prima di cucinare solo le lenticchie a buccia spessa, per circa 12 ore. Ne esistono infatti diverse varietà a seme grande e a seme piccolo, possono essere marroni, rosse (come la lenticchia egiziana), verdi, gialle.

Sono diverse le ricette che vedono protagonista la lenticchia: come la zuppa, l’hamburger vegetale, la crema salata, come contorno a piatti di carne oppure sotto forma di polpette, insomma con questo semplice alimento si possono soddisfare i gusti di ognuno, quindi perché non consumarle tutto l’anno? Se non porteranno la ricchezza desiderata sicuramente porteranno notevoli benefici alla nostra salute e come si dice quando c’è la salute c’è tutto!

Buon Anno!

di Sara Zoppi

La ricetta:


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