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Assaggi web: sempre più cibo, gli articoli degli altri in rete


Gli Assaggi di questa settimana: Eataly e l’apertura numero 40, a Toronto; Sabeat di Scabin al Mercato Centrale di Roma; Gerald Passedat, un tre stelle a Marsiglia; Cracco, la cucina italiana e la creatività degli chef; come e quando fare critiche costruttive agli chef. Buona lettura!

1 ) Da quando per andare a Eataly si doveva raggiungere Torino, unica sede della creatura di Farinetti, non sono passati tanti anni, in fondo poco più di dieci. In mezzo però si è avuta una crescita esponenziale incredibile del gruppo, per averne un’idea basti pensare che l’ultima apertura di qualche giorno fa a Toronto è la numero 40 in giro per il mondo. La forte presenza italiana in Canada e una nuova formula che punta su famiglie e delivery, costituiscono le promesse per l’ennesimo successo.

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2 ) Dopo Torino Davide Scabin arriva al Mercato Centrale di Roma.

L’intenzione è quella di puntare sulla tradizione senza eccessi di reinterpretazioni, al massimo una riscrittura per rinnovare e puntando sui piatti locali per “una coda alla vaccinara con le paillettes”, parola di Scabin. Il nome del locale? Scabeat ovvero” un piatto visto da una nonna beat” in un connubio romanesco/piemontese “piemontesco”.

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3 ) Alla scoperta di Gérald Passédat, chef da tre stelle Michelin nel sud della Francia.

Figlio d’arte, ha portato al vertice della guida rossa il ristorante di famiglia. Il mare di fronte e il mare nel piatto al Petit Nice; a questa tavola si celebra, o meglio, si sublima, un classico della cucina francese del sud: la bouillabaisse.

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4 ) Intervista a Carlo Cracco a 360 gradi sulla cucina italiana e sulla creatività da nord a sud dello Stivale. Destino dei cuochi più mediatici è quello di far discutere sempre e anche questa intervista non è stata da meno.

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5 ) Il coraggio di dire: questo piatto non mi è piaciuto, argomentando anche il perché del mancato apprezzamento e magari riuscire a farlo con gentilezza e fermezza assieme.

Sembra facile, non lo è e molti non lo fanno, salvo poi sfogarsi su internet in recensioni al vetriolo. Un critico del New York Times spiega come fare critiche costruttive e perché è importante farle direttamente quando si è ancora seduti nel locale.

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Roberto
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About me

Impiegato a tempo indeterminato, ma aspirante "flâneur", almeno nei sogni; un ozio creativo nel quale dedicarsi completamente alla buona tavola, al cucinare, alle arti visive, alla lirica e alla lettura dell'opera omnia di Balzac. Restando coi piedi per terra coltivo queste attività come passioni personali, quando posso, nel tempo libero. Scrivo di cibo perché amare qualcosa e voler comunicare questo amore credo siano una cosa sola, da gourmand aspirante gourmet, sempre pronto ad imparare cose nuove.

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