Roberto By

Anche il ghiaccio, nel suo piccolo, conta


In un mondo in cui la mixology sta prendendo sempre più piede, il ghiaccio ha anch’esso bisogno del suo giusto spazio. E mentre i bartender discutono se sia meglio grosso, piccolo, a cubi, a scaglie o in un unico enorme pezzo, le aziende ne fanno un prodotto di marketing.

La sicurezza alimentare, innanzitutto.
Il ghiaccio va considerato un alimento e in quanto tale deve essere tutelato. Sollecitato anche dall’Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare, il Ministero della Salute ha redatto un manuale di buone pratiche.
Non necessariamente un ghiaccio confezionato, ma certificato sì.

Un progetto imprenditoriale, insolito, è quello di ICE CUBE, azienda del ghiaccio alimentare che pratica intelligenti forme di marketing: come in uno shaker mixano narrazione, divulgazione e promozione.
Stabilimento in Sicilia, terra tutt’altro che fredda, inaspettato ma non casuale: lì infatti dalla metà del 700 i ‘nevaioli’ raccolgono direttamente dalle montagne la neve per poi trasformarla.
Il ghiaccio viene percepito come una commodity invisibile, costituzionalmente, ma questa visione va superato, per dargli un’identità. Limpido e in forme accattivanti (vedi sfere o grandi cubi), ma sopratutto deve essere sicuro.

La tendenza nel bicchiere
A Luca Pirola di bartender.it il ruolo di storico della mixology. Grande la curiosità attorno ai bar negli ultimi anni, con una selezione di bevande che prima non era immaginabile.
I gestori dei locali dovrebbero aver ben presente il drink cost, per stabilire un prezzo e una qualità adeguati. Ma senza poi scendere a compromessi sulla qualità del ghiaccio: no al ghiaccio bianco che contiene cloro, attenzione alle materie prime utilizzate e persino al materiale del bicchiere che scegliamo per il nostro cockatil.

I consigli per chi vuole farlo in casa.
Dalla teoria alla pratica viene in soccorso Bruno Vanzan, campione di flair bartender; sguardo di ghiaccio in competizione con la trasparenza dei cubetti, griffati col suo marchio, che maneggia con maestria acrobatica.
Nel suo aromatico wodka sour con un profumato sciroppo di lichi, solo cubetti grandi, per non rompersi nello shaker e per non annacquare il cocktail. E poi via la cannuccia, per sentire meglio col naso vicino al bicchiere i profumi del cocktail.

E infine i suggerimenti per gustare appieno l’aperitivo:
‘Bere bene deve essere un’esperienza gustativa consapevole e positiva, mai uno sballo’. Parola di Vanzan.

Roberto
Roberto
About me

Impiegato a tempo indeterminato, ma aspirante "flâneur", almeno nei sogni; un ozio creativo nel quale dedicarsi completamente alla buona tavola, al cucinare, alle arti visive, alla lirica e alla lettura dell'opera omnia di Balzac. Restando coi piedi per terra coltivo queste attività come passioni personali, quando posso, nel tempo libero. Scrivo di cibo perché amare qualcosa e voler comunicare questo amore credo siano una cosa sola, da gourmand aspirante gourmet, sempre pronto ad imparare cose nuove.

YOU MIGHT ALSO LIKE

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *