Anna By

Francia atlantica: di vento, oceano e sabbia


È il vento il protagonista assoluto, ma l’oceano è il comprimario della meravigliosa ‘serie’ che si può vivere sulla propria pelle e nella propria anima perdendosi sulla costa atlantica francese, il luogo magico e selvaggio dove ostriche, cielo e natura prepotente formano il resto del cast.
Da La Rochelle a Hendaye è tutto un susseguirsi di emozioni che commuovono, paesaggi nei quali il niente è così immenso e avvolgente che inghiotte tutto il resto, anche e soprattutto i cattivi pensieri.
Un niente che lascia annichiliti dalla bellezza: rocce, sabbia, acqua, aria, e quell’atmosfera irripetibile che solo un tramonto senza pari, un panorama enorme e silenzioso sono in grado di regalare a chi è disposto a tirare il freno a mano, rallentare, smettere di pensare e concentrarsi sulla magia naturale del mondo.
La civiltà è a due passi, siamo pur sempre in Francia, ma si può deliberatamente decidere di abbandonarla per qualche tempo ed immergersi in un bagno di serenità calma e silenziosa, calibrando i passi, facendo scorrere più lenti i minuti, imponendosi di guardare l’orizzonte, di assaporare il profumo del sale, di ascoltare un silenzio irreale e a tratti addirittura frastornante.
Le maree segnano il tempo, e decidono che cosa si può fare e che cosa no: si cambia posto in spiaggia, si ripensa all’itinerario perché le strade scompaiono e ricompaiono a seconda dell’umore dei flussi. E se c’è bassa marea liberi tutti: piccoli esploratori di un mondo per il resto del tempo sommerso che riemerge giusto quelle poche ore necessarie per collezionare conchiglie, cercare molluschi per la zuppa di stasera, passeggiare a piedi nudi su un fondale che altrimenti non potremmo mai sognare di raggiungere.
E godersi questo cielo immenso, che è ovunque e ti circonda, forte, basso, denso, pieno: con le nuvole soffici che vagano e decidono chi si abbronza e chi no, e quando.
Camminare, farsi trasportare, aspettare, osservare i piccoli cambiamenti dal tuo punto di vista, andare lontano e vedere che quel minuscolo passaggio, un’onda che avanza piano, ha invece modificato un’intera zona, un bacino. Ha cancellato una spiaggia o ha fatto comparire una strada. E tutto senza mai far rumore, senza disturbare.
E dopo altri chilometri svoltare per una strada sterrata e, dietro agli alberi alti della foresta di Guascogna, essere invasi dall’oceano più indiavolato e selvaggio, grande, mamma mia quanto.
Superi l’ultima collina di sabbia e il respiro si ferma per qualche istante, la mente si appiattisce, gli occhi si inumidiscono. Sei solo con la natura, tu e quella energia pura, un’esperienza che nessuna opera umana potrà mai regalarti.

IL VIAGGIO
E allora iniziamo questo viaggio dall’Ile d’Oléron, meno turistica e più autentica della compagna più a Nord Ile de Re, scopriamo la terra dei coltivatori di ostriche e dei ‘contadini del mare’.
Le casette colorate nei pressi del porto sono scrigni preziosi dove raccogliere storie, gustare sapori intensi e fermarsi a scoprire come queste prelibatezze vengono ‘prodotte’.
Scendiamo verso il Bassin d’Arcachon, più turistico per la vera attrazione del luogo: la Dune du Pila, la duna di sabbia più alta e imponente d’Europa. Da visitare rigorosamente la mattina presto o al tramonto, quando la folla non è ancora arrivata o se ne sta andando, per un altro momento indelebile: scalare una parete infinita di sabbia purissima, ascoltare il vento, unico rumore possibile, e rimanere abbagliati da questo contrasto assoluto tra cielo, mare e giallo oro. La vista si perde tra la foresta da un lato e l’isola che va e viene del Banc d’Arguin dall’altro: entrambe inesauribili fonti di stupore.
Il luogo è talmente magico che a pochi passi da qui anche Philippe Stark ha costruito un resort di soggiorno di lusso, Coorniche, adatto a chi dopo tanta natura immensa abbia voglia di qualche momento più terreno.
Se no ci sono le spiagge di Pyla sur mer, con le case liberty direttamente sull’Oceano, o la mondana Cap Ferret, da guardare dall’alto del suo faro e dove fermarsi nelle cabane per un piatto di ostriche, gamberi e bulots di incommensurabile bontà (e di raro risparmio!).
Arcachon, invece, la città che dà il nome al bacino, è sicuramente la più turistica della zona, ma con le sue case liberty, il suo tramonto sulle ‘jetée’ e le gite in barca rimane una località da visitare.
Ma è già ora di ripartire, e spostandosi verso il sud c’è ancora qualcosa da vedere: i paesi baschi francesi sono un’altra mèta ancora diversa, ancora potente, ancora intrigante.
Lasciando ai turisti senza fantasia e ai surfisti hipster l’altezzosa Biarritz, il luogo del cuore è Saint Jean de Luz, delizioso villaggio con le case a graticcio e punto di partenza della strada più emozionante del viaggio. Si chiama semplicemente Corniche, e unisce la cittadina all’ultimo avamposto francese prima della Spagna, Hendaye. Ed è di una struggente bellezza: ad ogni tornante, ad ogni strapiombo, ad ogni slargo vi sentirete in dovere di fermare l’auto e di scendere, di esplorarne ogni roccia con lo sguardo, facendovi definitivamente stordire da quanto cielo, da quanto oceano, da quanto vento e da quanto tutto questo ‘niente’ possa riempirvi cuore, anima e cervello. Di infinito.

Alcuni indirizzi per organizzare il viaggio

Les Jardins d’Aliénor
11 rue Maréchal Foch – 17480 Le Château d’Oléron – FRANCE
+33 (0)5 46 76 48 30
Deliziose camere, splendida accoglienza e una colazione da perdere la testa, con delizie dolci e salate e un piatto di formaggi da gustare con calma nel bel cortiletto interno.
C’è anche un ristorante di tono, dove incontrerete i locali più gourmand.

La Co(o)rniche
46 avenue Louis Gaume
33115 Pyla-sur-Mer
Per cena, per uno spuntino, per godersi il bar decisamente ‘à la page’ o – per i più spendaccioni – per una notte a due passi dalle dune, l’opera di Philippe Stark rende omaggio con le linee pulite e l’eleganza del lusso al luogo magico.

Le Pitt
2 Avenue du Général de Gaulle,
33120 Arcachon, Francia
Il suo ‘plateau’ è in assoluto il più buono della zona: ostriche e gamberi crudi da perdere la testa, ma anche il salamino e il paté più golosi. Servizio ‘decontracté’ e una bella storia di amici scritta sulla parete: è qui che infatti nove appassionati di ostriche hanno trovato la loro casa privilegiata, riportando alla luce un luogo storico della città che stava per scomparire.

Le gallery:

Ile d’Oléron – Dune du PilaBassin d’Arcachon

Qui potete trovare un piccolo video con alcuni dei momenti più significativi del viaggio

 

 

 

Anna
Anna
About me

Anna Prandoni, giornalista e scrittrice, si occupa da oltre quindici anni di enogastronomia, con particolare attenzione alla storia dell’alimentazione e alla sua influenza sulla cultura e sulla società italiane. www.annaprandoni.it

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